Come sappiamo, nell’aprile 2005 Romania e Bulgaria hanno firmato un accordo con Bruxelles che fissa al 1° gennaio 2007 la data di adesione all’Unione Europea (allargata già a 25 Paesi il 1° maggio 2004), ma che permette a quest’ultima di posticiparla: infatti il Consiglio può decidere, sulla base di una raccomandazione della Commissione, di rinviare l’adesione di uno dei due paesi, o di entrambi, al 2008, qualora non vengano rispettate le condizioni per l’adesione fissate nell’accordo citato. In realtà dall’ultima “relazione di verifica del grado di preparazione della Bulgaria e della Romania in vista dell'adesione all'Unione” presentata dalla Commissione \me chance di rispettare, nei termini stabiliti, l’impegno assunto con l’Europa.
LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE – La Commissione Europea ha seguito da vicino i progressi compiuti dalla Bulgaria e dalla Romania, monitorandone le fasi e fornendo un sostegno mirato per assisterli nel processo di riforma, affinché sia garantito ad entrambi i Paesi di completare con successo gli ultimi preparativi per l’adesione. Nel penultimo rapporto di verifica – che risale all’ottobre 2005 – la Commissione confermava che la Bulgaria e la Romania soddisfacevano i criteri politici per l’adesione, da un lato sottolineando gli ulteriori progressi compiuti dai due Paesi verso il pieno adempimento dei criteri economici e dell’ acquis comunitario, dall’altro segnalando però un certo numero di settori che necessitavano di ulteriori interventi. Quindi i risultati contenuti nell’ultimo rapporto del 16 maggio 2006 hanno fatto prendere fiato ai due Paesi che possono quindi maggiormente confidare nel rispetto del termine di adesione fissato (ovvero il 1° gennaio 2007), sempre che vengano seguite le indicazioni loro impartite dalla Commissione (che comunque dovrà redigere altro rapporto nell’autunno 2006). Per quanto riguarda gli aspetti economici, la Commissione ha rilevato che la Bulgaria, se procederà sulla via delle riforme, dovrebbe potere far fronte in breve tempo alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all’interno dell’Unione. Nel complesso, la stabilità macroeconomica della Bulgaria è stata mantenuta e le riforme strutturali sono progredite. Dopo la relazione dell’ottobre 2005, sono state adottate misure efficaci per contenere il disavanzo esterno, il processo di privatizzazione e la liberalizzazione e la ristrutturazione delle imprese di pubblica utilità sono a buon punto. Sono stati compiuti sforzi ulteriori per migliorare il contesto in cui operano le imprese e per ridurre i costi extrasalariali. Ciò nonostante, il disavanzo delle partite correnti si è accentuato, il che giustifica il proseguimento di politiche fiscali e salariali prudenziali. L’approfondimento delle riforme strutturali rende necessario un migliore funzionamento dell’apparato giudiziario e un’ulteriore riduzione dell’onere normativo per le imprese. E’ necessario rendere più flessibile il quadro normativo per il mercato del lavoro. Per quanto invece concerne la Romania, la Commissione ha evidenziato che il Paese se continuerà ad attuare speditamente il suo programma di riforma strutturale, dovrebbe in breve tempo poter soddisfare integralmente i criteri economici. Nel complesso, la stabilità macroeconomica della Romania è stata mantenuta e le riforme strutturali sono progredite. Dalla relazione dell’ottobre 2005 sono state adottate politiche fiscali, monetarie e salariali più appropriate. E’ stata potenziata la lotta all’evasione fiscale, si è registrata una più efficace attuazione della disciplina finanziaria aziendale e il quadro normativo relativo alle procedure fallimentari è stato migliorato. La ristrutturazione del settore energetico, minerario e dei trasporti è progredita. Ciò nonostante, occorre compiere maggiori progressi nella riforma della spesa pubblica e consolidare il gettito fiscale. Per l’approfondimento delle riforme strutturali, è necessario portare avanti la ristrutturazione del settore energetico, minerario e dei trasporti e accelerare l’attuazione del programma di privatizzazione. Sono stati poi specificatamente individuati per ciascun Paese i settori critici in cui è necessario un intervento urgente, nel caso in cui entro la data di adesione tali interventi non dovessero essere realizzati in toto, la Commissione potrà stabilire delle misure di salvaguardia da applicarsi fino a tre anni dopo l’adesione (a esempio se i Paesi in esame- o uno di essi – non sono in grado di ottemperare ai loro obblighi in materia di cooperazione giudiziaria, se l’attuazione delle riforme nel sistema giudiziario non è sufficientemente progredita prima dell’adesione, oppure se la lotta alla corruzione dell’apparato giudiziario non ha portato a risultati tangibili, la Commissione istituirà un meccanismo per un ulteriore controllo del settore in questione, che potrebbe portare ad adottare misure di salvaguardia per sospendere l’obbligo degli attuali Stati membri di riconoscere automaticamente le sentenze o di dare esecuzione ai mandati emessi dai tribunali o dalle procure del Paese in questione).
I FINANZIAMENTI – Gli strumenti agevolativi e finanziari messi a disposizione dalle leggi nazionali in favore di progetti che riguardano Paesi non appartenenti all’Unione Europea possono essere utilizzati per progetti di internazionalizzazione delle nostre imprese che abbiano come mercato obiettivo sia la Bulgaria che la Romania, a condizione però che il relativo contratto di finanziamento ( o a seconda dei casi la delibera di approvazione dell’intervento agevolativo) sia stipulato entro e non oltre il 31.12.2006. Affinché venga rispettato detto termine, le domande per accedere agli strumenti di finanziamento devono essere presentate entro l’8.9.2006, in modo da garantire alla Simest un congruo termine per l’esame e l’eventuale approvazione dei progetti. In particolare potranno essere presentate domande di finanziamento per progetti di penetrazione commerciale, per la partecipazione a gare internazionali, per studi di prefattibilità, fattibilità e programmi di assistenza tecnica, nonché per interventi finalizzati alla concessione di contributi agli interessi per investimenti diretti da realizzarsi in detti Paesi.