L’export del vino di casa nostra fa registrare, all’interno del comparto agroalimentare, anche nel 2007 successi quasi storici: l’export del vino Made in Italy è infatti aumentato del 12% nel primo semestre 2007 rispetto allo stesso periodo del 2006, nei Paesi dell’aera UE la Germania è il primo cliente, mentre all’estero sono in aumento le quote degli USA ed è in strabiliante crescita l’export in Russia in cui le vendite del vino italiano si sono più che raddoppiate (+122%) e in Cina (+56%). In realtà dall’esame dei dati Istat riferiti al primo semestre 2007 emerge che tutto l’export italiano è in aumento se paragonato allo stesso periodo 2006, con una percentuale media di crescita dell’11.6% (l’Italia meridionale un po’ sotto la media con il 9.2%).
QUALITÀ E MENO QUANTITÀ – L’obiettivo perseguito dal Ministero delle Politiche agricole è quello di favorire il consolidamento di produzioni di qualità, che stanno riscuotendo come abbiamo visto un grande successo nei mercati internazionali. Sono in aumento le richieste di certificazione del “vino italiano” che possono acquisire diverse denominazioni: i vini più pregiati sono quelli che hanno ottenuto la denominazione di origine controllata e garantita (in acronimo DOCG), se ne contano attualmente sono 26 (la Puglia non vanta ancora vini DOCG), sono sottoposti a controlli molto severi, debbono essere commercializzati in recipienti di capacità inferiore a cinque litri e portare un contrassegno dello Stato che dia la garanzia dell'origine, della qualità e che consenta la numerazione delle bottiglie prodotte; è previsto l’imbottigliamento nella stessa zona di produzione. Oltre a questi vi sono i vini di denominazione d’origine controllata (in acronimo DOC) che rispettano un disciplinare meno severo rispetto ai DOCG, anche se tutto il loro ciclo produttivo (dal vigneto alla bottiglia) deve essere conforme al disciplinare di produzione, che stabilisce, tra le altre cose, anche caratteristiche organolettiche che devono possedere; il vino DOC è solitamente originario di zone limitate di piccole/medie dimensioni e reca il loro nome geografico. Infine troviamo i vini con indicazione geografica tipica (IGT), che costituisce un riconoscimento di qualità che viene attribuito a vini da tavola caratterizzati da aree di produzione generalmente ampie e con un disciplinare produttivo molto meno restrittivo dei precedenti (si contano in commercio circa 120 vini che portano detta indicazione).
BORSA VINI POLONIA E LITUANIA – L’Ice ha organizzato nel corso delle attività promozionali dedicate al vino italiano per l’anno 2008 una nuova edizione della Borsa dei Vini Italiani prevista a Varsavia il 15 aprile 2008 e a Vilnius il 17 aprile 2008. I due Paesi interessati, Polonia e Lituania, entrati a far parte dell’Unione Europea nel 2004, stanno dimostrando grande interesse per il Vino Made in Italy: l’ICE ci informa, infatti, che secondo i dati ISTAT “nel 2006 la Polonia ha importato vini italiani per oltre 13 milioni di Euro, registrando un netto incremento del 31,8%. Gli ultimi dati disponibili, relativi al primo quadrimestre 2007 testimoniano un’ulteriore crescita del 36,1% in valore e del 15,7% in volume. Seppure più modeste (a tutto il 2006 quasi 3 milioni di euro per circa 33.000 ettolitri), le consegne verso la Lituania offrono segnali di forte accelerazione nel primo quadrimestre 2007 con un’impennata del 173% in valore e del 188% in volume”.