Mancano ormai pochissimi giorni all’elezione del 45esimo (o alla conferma del 44esimo) Presidente degli stati Uniti d’America. Gli ultimi sondaggi vedono Obama e Romney praticamente appaiati nel gradimento degli americani, con differenze statisticamente irrilevanti e con Obama al momento in leggerissimo vantaggio (201 a 191, Real Clear Politics) nella competizione che conta, quella degli elettori per singolo Stato.
Infatti nella corsa alla Casa Bianca i candidati non fanno una corsa a due, ma devono conquistare i singoli Stati, che hanno un diverso peso specifico in termini di elettori, peso specifico che viene determinato sulla base del numero di abitanti presenti nel singolo Stato.
La mappa qui sopra evidenzia quanto abbiano rilevato i singoli Stati nell'elezione di Obama nel 2008, fino al superamento della fatidica soglia dei 270 elettori necessari per conquistare la Presidenza (gli stati repubblicani sono evidenziati in rosso, quelli democratici in blu).
In sostanza quindi l'elezione del presidente degli Stati Uniti non avviene direttamente da parte del popolo. Vengono nominati, Stato per Stato, dei delegati i quali, in seguito, in sede di Collegio nazionale, eleggono il presidente. Il candidato che vince per voti popolari in uno Stato, ottiene tutti i delegati dello Stato e dunque i relativi "voti elettorali" (per esempio vincendo in California Obama otterrebbe 55 delegati e quindi 55 voti). I delegati da nominare sono 538, 100 senatori e 438 deputati. La maggioranza più uno è per l'appunto pari a 270, il numero dei voti necessari per insediarsi alla Casa Bianca.
Fondamentale risulta la disputa nei cd Swing States, stati cioè che storicamente hanno dato dei risultati elettorali altalenanti, laddove altri Stati manifestano intenzioni di voto ormai consolidate nel tempo (come California e Texas, roccaforti rispettivamente del Partito democratico e di quello repubblicano).
In Ohio, da sempre Stato chiave delle elezioni, secondo un sondaggio recentissimo Obama ha un vantaggio del 2%, mentre nello stesso periodo a ridosso dell’elezione 2008 il vantaggio su Mc Cain era più del doppio.
Sempre in base allo stesso sondaggio, potrebbero cambiare colore rispetto al 2008 Florida, Virginia, Colorado, North Carolina, Indiana, Stati che se confermati porterebbero oltre 70 voti al GOP (Grand Old Party) di Romney.
La competizione è più aperta che mai e c’è da credere che nelle battute finali i due candidati metteranno in campo tutti i “cavalli e le baionette” rimaste a disposizione. Nel frattempo l’uragano Sandy ha stretto il continente a stelle e strisce nel suo orgoglio nazionale e dopo tanto tempo nelle ultime ore ha fatto capolino l’America obamiana dell’unione di Stati rossi e blu. Chissà che questo colpo di vento negli ultimi metri non spinga il Presidente di nuovo alla Casa Bianca …