Con la sospensione dell’embargo da parte delle Nazioni Unite avvenuta nell’aprile del 1999, e con la recentissima sua abolizione avvenuta nell’agosto 2003, la Libia, dopo un lungo periodo di isolamento, ha vivacemente ripreso il percorso di sviluppo sullo scenario internazionale. Il Paese è caratterizzato da un sistema economico di tipo socialista in cui l’iniziativa privata è limitata e la presenza dello Stato nell’economia è di conseguenza pregnante. Ma, nonostante questo, la Libia si sta dimostrando Paese dinamico sotto il profilo dell’attrazione degli investimenti e può rappresentare una opportunità per i Paesi europei.
L’ECONOMIA LIBICA – I SETTORI – Da sempre l’economia di questo Paese è stata caratterizzata da una forte dipendenza dal settore degli idrocarburi (petrolio, gas, etc.) che rappresenta il 95% delle esportazioni. Il petrolio, in particolare, è la principale risorsa della Libia che rimane il maggior produttore petrolifero del Nord Africa; di conseguenza, l’andamento dell’economia, considerando anche che il petrolio genera circa il 75% delle entrate pubbliche, è fortemente condizionato dal suo prezzo. Il settore industriale è pertanto incentrato sulla produzione siderurgica e sul petrolchimico. Anche il settore delle costruzioni è in forte crescita, dato il programmato sviluppo dell’edilizia popolare che ha accresciuto e farà accrescere il fabbisogno di materiali e competenze tecnico-specialistiche provenienti dall’estero. Il settore agricolo è fortemente penalizzato dalla localizzazione geografica del Paese, che fatta eccezione per le poche zone costiere coltivabili, è per il 90% desertico. Il comparto della pesca, invece, pur potendo svolgere un ruolo rilevante nell’economia del Paese data l’estensione della costa libica, non è supportata né da adeguate infrastrutture portuali, né da investimenti nei settori della refrigerazione e conservazione dei prodotti. E’ sicuramente carente il settore dei servizi e delle infrastrutture, per queste ultime si deve registrare che lo scarso sviluppo del sistema dei trasporti costituisce un freno alla crescita del Paese che non ha strutture ferroviarie, mentre può contare sul trasporto aereo anche per i collegamenti interni.
LA POLITICA DI SVILUPPO DEL PAESE – Come abbiamo visto l’economia del Paese dipende dallo sfruttamento delle risorse minerarie, mentre per il resto è quasi totalmente dipendente dall’estero (si pensi che il 75% del fabbisogno alimentare è soddisfatto con le importazioni). Per quanto riguarda i prodotti dell’agricoltura e i beni di consumo, la Libia attinge al mercato europeo, e negli ultimi tempi, data la competitività dei prezzi, ai Paesi dell’Estremo Oriente. Ecco perché il Governo libico, nel quadro di un programma di sviluppo che investe il quinquennio 2000-2005, ha stanziato risorse per lo sviluppo del settore non-oil, ossia quello non legato al petrolio, promuovendo anche il decentramento delle competenze in materia alle realtà locali, le Municipalità. Quindi è facile intuire che si aprano delle prospettive sia per la commercializzazione dei nostri prodotti che per l’insediamento di branch in loco. A questo proposito è bene sottolineare che anche i rapporti commerciali sono sottoposti allo stretto controllo delle autorità locali, alle quali è necessario rivolgersi se si vuole intraprendere una iniziativa commerciale o imprenditoriale. Le forniture infatti vengono richieste alle imprese comprese in una lista predisposta dalle autorità libiche, nella quale è possibile essere inseriti previa registrazione presso gli uffici competenti della propria società. Allo scopo di agevolare lo sviluppo del Paese è stata introdotta nel 1997 la nuova disciplina in materia di attività imprenditoriali svolte da soggetti esteri, che ha di fatto aperto le porte ai capitali stranieri. E ‘ stato costituto un “Ente per la promozione degli investimenti” con lo scopo di promuovere l’investimento dei capitali esteri e di pubblicizzare i progetti del governo libico ( in questo periodo incentrati sul turismo, agricoltura e sanità). Avranno la precedenza quei progetti che tutelano gli interessi pubblici del Paese ossia la cui attività consenta al Paese di conseguire i suoi obiettivi primari: aumentare le esportazioni, incrementare l’occupazione, formare tecnici, innovare le tecniche di produzione e i servizi, sviluppare le arre arretrate. creare nuovi posti di lavoro.
I SETTORI INTERESSATI – Si è concentrato l’impiego delle risorse nello sviluppo di quei settori che hanno possibilità di crescita autonoma in Libia e cioè comunicazioni, infrastrutture, turismo, pesca, ma anche agricoltura e industria leggera. Le imprese estere saranno quindi chiamate ad intervenire con le loro competenze al potenziamento della struttura economica libica, in particolare ottime prospettive si registrano nel settore del turismo, dell’agro- alimentare, del tessile e delle macchine (per l’agricoltura, per l’imballaggio, per la lavorazione del marmo e metalli), dei materiali per l’edilizia e i relativi accessori (molto richieste le ceramiche italiane), nonché delle attrezzature per la pesca al fine di ammodernarne i sistemi.
FIERA INTERNAZIONALE DI TRIPOLI – 2-12/04/2004 – Un importante appuntamento per entrare in contatto con la realtà sin qui descritta e cogliere le opportunità che si stanno offrendo, è costituita dalla Fiera Internazionale di Tripoli, alla quale le imprese possono partecipare con il supporto dell’ICE che curerà l’organizzazione di una collettiva italiana articolata su 3 o 4 padiglioni settoriali. Sono previste azioni di comunicazione su media locali, l’inserimento dell’azienda nel catalogo predisposto dall’ICE, nonché servizi di assistenza in loco attraverso interpreti e personale addetto all’organizzazione. Potranno essere presentati in fiera esclusivamente prodotti Made in Italy, tranne quelli appartenenti ad una lista predisposta dal governo libico, il cui elenco è fornito dall’ICE.