Facciamo brevemente il punto sulle novità della nuova Carta europea, dopo aver seguito il puntuale ed accurato monitoraggio della sua evoluzione mirabilmente curato, sulle pagine di questo giornale, dal dott. Pasquale Satalino.LA STORIA – La storia del Vecchio Continente viene scritta a Roma il 25 marzo 1957: 6 Paesi (Belgio, Francia, Italia, Olanda, Lussemburgo e Olanda) firmano al Campidoglio il Trattato istitutivo della Comunità economica Europea (CEE).Dopo circa mezzo secolo, un’Europa “allargata” (lo scorso 1^ maggio i Paesi membri sono diventati 25 con l’adesione di dieci nuovi Stati) si è riunita nuovamente a Roma nella sede storica del Campidoglio per siglare la prima Costituzione europea, frutto del dibattito iniziato a Laeken (Belgio) nel 2001 quando il Consiglio europeo istituì la Convenzione europea per discutere il futuro dell’Europa. Nel luglio 2003 viene elaborata la bozza del testo, poi affidata, per la stesura finale e definitiva, alla Conferenza intergovernativa (CIG). Sul testo così elaborato i Paesi membri hanno finalmente trovato l’accordo il 18 giugno 2004 durante la presidenza semestrale dell’Unione da parte dell’Irlanda.
IL PREAMBOLO E LA COSTITUZIONE – Il trattato costituzionale esordisce con “La nostra costituzione..si chiama democrazia perché il potere non è nelle mani di pochi, ma dei più”. Ad ispirare il preambolo della Costituzione è Pericle (“maggior leader politico nell’Atene del V sec. a.c.” – Luciano Canfora in “La democrazia storia di un ideologia” – ed. Laterza), il quale nell’epitafio che Tucidide gli attribuisce – secondo la puntuale traduzione del prof. Canfora – afferma che: “La parola che adoperiamo per definire il nostro sistema politico è democrazia per il fatto che, nell’amministrazione, esso si qualifica non rispetto ai pochi ma rispetto alla maggioranza”. All’esplicito richiamo greco-classico (viene infatti riportato in greco il passo appena citato) si aggiungono le eredità culturali, religiose ed umanistiche di un’Europa, che “unita nella diversità” offre ai popoli “le migliori possibilità di proseguire, nel rispetto dei diritti di ciascuno e nella consapevolezza delle loro responsabilità nei confronti delle generazioni future e della Terra, la grande avventura che fa di essa uno spazio privilegiato della speranza umana”. La Costituzione, dopo la ratifica del testo da parte di tutti gli Stati membri, diventerà (nel 2009) la carta fondamentale che racchiuderà i principi e i valori cardine su cui si fonda l’Unione Europea (diventata tale nel 1993), stabilendo inoltre le competenze dell’UE (più ampie) e regolando, secondo criteri diversi dagli attuali, il funzionamento delle Istituzioni europee. La carta costituzionale è un testo unico che abroga tutti i precedenti trattati succedutisi negli anni: tale successione temporale non aveva portato con sé la soppressione dei Trattati emanati precedentemente, con la conseguenza che l’interazione dei vari testi era diventata alquanto complessa.
LE NOVITA’ – Il Parlamento Innanzitutto va sottolineata la modifica relativa alle attribuzioni e al potere conferiti al Parlamento europeo che “esercita, congiuntamente al Consiglio, la funzione legislativa e la funzione di bilancio”. Per capire la portata di tale modifica occorre considerare che sin dall’inizio il potere attribuito al Parlamento differiva in modo sostanziale dalla procedura parlamentare classica, per cui esso veniva considerato una semplice assemblea di consultazione, non era, in altri termini, il legislatore dell’Unione. A mitigare questa carenza di potere legislativo era intervenuta la procedura di “co-decisione” (introdotta dal trattato di Maastricht e rafforzata da quello di Amsterdam), per cui determinate decisioni (ambiente, cittadinanza europea, cultura, protezione dei consumatori, e fondo sociale europeo e molte altre) vedevano l’intervento in misura paritaria del Parlamento e del Consiglio. Il Consiglio e la c.d. doppia maggioranza – Il sistema di votazione all’interno del Consiglio è stato totalmente rivisto per cui adesso le decisioni seguiranno pressappoco quest’iter: una proposta di legge della Commissione passerà al Parlamento, che la adotterà a maggioranza semplice e la trasmetterà al Consiglio, che funzionerà come un senato, cioè come una seconda camera (volendo riprendere le parole del Presidente della Convenzione Europea Giscard D’Estaing): affinché la misura venga adottata essa deve ottenere il voto favorevole del 55% degli stati membri che rappresentino il 65% della popolazione dell’Unione, ossia ad una maggioranza dei Paesi membri deve corrispondere una effettiva maggioranza della popolazione (“il potere non è nelle mani dei pochi ma dei più” si afferma appunto nel preambolo). La presidenza dell’Unione – Si passerà dall’attuale sistema di presidenza semestrale a rotazione, alla rappresentanza esterna conferita ad un presidente eletto dal Consiglio europeo a maggioranza qualificata per un periodo di due anni e mezzo.Carta dei diritti – L’unione aderisce alla Convenzione europea sulla salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali; è la prima volta che la Carta europea dei diritti fondamentali viene incorporata in una Costituzione. Ministro degli Affari esteri – Inoltre viene previsto il Ministro degli affari esteri dell’Unione. Questi, eletto con delibera a maggioranza qualificata da parte del Consiglio con l’accordo del presidente della Commissione, guida la politica estera e di sicurezza comune dell’Unione; sarà portavoce unico della politica estera dell’Unione.
CONSIDERAZIONI– Come peraltro sottolineato dal Presidente uscente Prodi e dall’ex Commissario Mario Monti, vi sono alcune ombre che potrebbero compromettere l’applicazione e il funzionamento della Costituzione. Una tra tutte è data dal caso di mancata ratifica anche da parte di un solo Stato membro: la Costituzione in questo caso non potrebbe entrare in vigore. La soluzione? Lasciare che gli Stati che non ratificano vadano per la loro strada: il progetto è troppo importante per essere condizionato dalla pur legittima scelta di pochi.