Il nuovo accordo siglato lo scorso 10 giugno ha riequilibrato il sistema delle esportazioni cinesi nell’UE (107) Come ben sappiamo dal 1° gennaio 2005 – ovvero dall’entrata in vigore del regolamento CE 2200/2004 del Consiglio del 13 dicembre 2004 – non sono più in vigore i limiti quantitativi all’importazione di prodotti tessili originari dei paesi membri dell’Organizzazione mondiale del Commercio (OMC), ossia anche di quelli provenienti dalla Cina, che costituisce al momento, come è noto, il più temibile concorrente per le imprese che operano nel settore del tessile-abbigliamento. Il risultato di tale provvedimento è stato disastroso tanto che la Commissione Europea, visto l’andamento delle esportazioni cinesi all’interno del mercato comunitario nel primo trimestre di quest’anno, ha aperto un’inchiesta di salvaguardia (pubblicata in GUUE 2005/C-104/07), relativa a diverse categorie di prodotti tessili, proprio perché dette importazioni nei primi mesi del 2005 hanno di gran lunga superato le soglie stabilite nella comunicazione della Commissione del 27.04.2005, pertanto esse possono minacciare, come rileva la stessa Commissione, di “ostacolare il corretto svolgimento degli scambi”.
LE CONSULTAZIONI – Le procedure e il calendario previsto in caso di richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia sono governate da regole di rapidità e trasparenza per garantire certezza per il commercio e per le imprese, in questo caso si sono aperte formali consultazioni – richieste lo scorso 27 maggio dalla Commissione europea – su due categorie di prodotti tessili di origine cinese, t-shirt e filo di lino. A questo punto è stato concesso un termine alla Cina per organizzare la riduzione della crescita delle esportazioni di prodotti tessili, riportandoli a livelli pre-stabiliti. Nel frattempo si sono intensificate le negoziazioni tra l’UE e le competenti autorità cinesi, trattative che hanno avuto come epilogo la stipula, in tempi davvero rapidi, dell’accordo di Shanghai lo scorso 10 Giugno con il quale è stata razionalizzata la crescita delle importazioni nell’Unione Europea dei prodotti tessili provenienti dalla Cina. L’accordo è stato raggiunto anche sulla spinta ed in base ai principi propri dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO o OMC) che incoraggia i suoi membri a risolvere le controversie attraverso le consultazioni e così è stato fatto in questo caso grazie al lavoro della Commissione Europea e del Ministro del Commercio della Repubblica Popolare cinese.
IL CONTENUTO DELL’ACCORDO – L’accordo riguarda 10 categorie di prodotti tessili e di abbigliamento cinesi, il cui tasso di importazioni nell’Unione Europea verrà limitato, consentendo nello stesso tempo una crescita giusta e ragionevole delle esportazioni cinesi. L’accordo consentirà alle imprese tessili dell’Unione Europea di usufruire di un periodo di transizione per strutturare in modo più adeguato le proprie attività, prima della vera e propria liberalizzazione del mercato. L’accordo nei punti salienti si presenta come segue: – le esportazioni tessili cinesi verso la UE per 10 categorie interessate saranno limitate sino alla fine del 2007 ai livelli di crescita concordati; – l’accordo coprirà 10 delle 35 categorie di importazioni cinesi liberalizzate il 1° gennaio 2005, ovvero pullover, pantaloni da uomo, bluse, t-shirt, magliette, vestiti, reggiseni, filati di lino, stoffe di cotone, lenzuola, tovaglie e canovacci; la UE si impegna a terminare le attuali indagini avviate su questi prodotti (le indagini erano iniziate lo scorso aprile); – l’accordo limita la crescita delle importazioni per le 10 categorie tra l’8% e il 12,5 % l’anno per il 2005, 2006, 2007. L’aumento sarà calcolato sulla base dei livelli commerciali registrati in due o tre mesi di applicazione del nuovo regime di liberalizzazione. Il tasso di crescita subirà un aumento nel corso del periodo di tre anni solo per le categorie il cui tasso iniziale è fissato all’8; – nelle categorie non coperte dall’accordo, e per il 2008, l’Unione europea si impegnerà ad esercitare le restrizioni in applicazione dei suoi diritti in base all’Articolo 242 del Protocollo di adesione della Cina all’OMC (clausola di salvaguardia speciale sul tessile); – le due parti discuteranno prontamente ogni aspetto riguardante l’applicazione dell’accordo;- l’accordo prende la forma di un memorandum d’intesa (memorandum of understanding) tra la Commissione europea e il Ministero cinese del Commercio. Adesso dovrà essere sottoposto agli Stati membri e alle autorità competenti in Cina per l’approvazione.
LA STRATEGIA E I VANTAGGI – Alla base dell’accordo nelle linee essenziali innanzi elencate vi è una strategia comune, ampia e a lungo termine per la gestione delle importazioni tessili dalla Cina e raggiunge diversi e rilevanti scopi: si è infatti assicurata alle industrie tessili Ue un periodo di tre anni di tempo per adattarsi alle mutate condizioni di mercato, fino al 2008; l’accordo consente agli importatori e ai rivenditori di pianificare e acquistare in Cina in condizioni di massima prevedibilità e minima distorsione del mercato; l’accordo mantiene le relazioni commerciali forti e costruttive tra l’Europa e la Cina e tutela la prospettiva di un’apertura del mercato cinese per gli imprenditori Ue, questo è sicuramente un indicatore rilevante del fatto che la Cina prende seriamente le sue responsabilità commerciali internazionali e che l’Europa rispetta il diritto della Cina di beneficiare della liberalizzazione del commercio; l’accordo fornisce inoltre una possibilità di adattamento per i produttori nei Paesi in via di sviluppo le cui esportazioni tessili verso l’Ue sono state messe a rischio dall’ondata di importazioni dalla Cina. Questo è particolarmente importante per le industrie tessili presenti in diversi Paesi in via di sviluppo che hanno visto dall’inizio dell’anno contrarsi di diversi punti percentuali le proprie esportazioni verso l’Ue (Pakistan, Sri-Lanka e Bangladesh, così come i vicini Paesi del Mediterraneo). Il problema che si sta cercando di risolvere in questi giorni è quello delle merci cinesi bloccate presso le dogane europee per aver superato le soglie concordate: il commissario europeo al Commercio Peter Mandelson, pur intenzionato a sbloccare la situazione, conferma la volontà dell’UE di mantenere in vigore e non modificare l’accordo raggiunto lo scorso 10 giugno.