Il Ministero dello Sviluppo Economico, all’interno del Piano industria 2015, ha firmato, lo scorso 8 aprile, il terzo bando (dopo quelli sull’efficienza energetica e mobilità sostenibile) sulle Nuove tecnologie per il Made in Italy, avente una dotazione complessiva di 190 milioni di euro, di cui 25 milioni destinati esclusivamente alle piccole e micro imprese, al fine di promuovere l’aggregazione di queste ultime che – si legge nel comunicato del Ministero – “hanno interesse a realizzare forme di collaborazione sganciate dalla leadership di imprese medie o grandi (si pensi ad esempio al mondo della sub-fornitura), ma che trovano oggettiva difficoltà, data la loro dimensione, a realizzare programmi di importo elevato”. Le imprese potranno presentare le domande entro 90 giorni dalla pubblicazione del bando nella Gazzetta Ufficiale.
LE AGEVOLAZIONI – La concessione delle agevolazioni – che si sostanziano in contributi diretti alla spesa – avverrà a favore di programmi finalizzati allo sviluppo di prodotti, processi e/o servizi caratterizzati da un elevato livello di innovazione tecnologica ed organizzativa e da un impatto di sistema e/o filiera. Si punterà a modificare sensibilmente lo stato dell’arte tecnologico, in modo da incidere sulla competitività a livello internazionale dei sistemi di filiera. L’intervento è articolato su due livelli: quello dei sistemi di filiera ( sistema moda, sistema casa, sistema alimentare, sistema della meccanica), e quello delle soluzioni tecnologiche che sostengono l’innovazione di prodotto e di processo” dei sistemi di filiera innanzi citati ( tecnologie dei nuovi materiali e tecnologie abilitanti nell’ambito dell’informatica, dell’organizzazione, della logistica e della distribuzione). Può rientrare, ad esempio, nelle attività ammissibili al finanziamento l’ideazione di format distributivi innovativi sul mercato “consumer” che comunichino in modo chiaro l’identità del prodotto Made in Italy, promuovendo lo stile di vita italiano e garantendo qualità e servizio post-vendita al consumatore finale. Le spese sono diverse e – a titolo esemplificativo, ma non esaustivo – riguardano il personale (viene preso in considerazione il personale dipendente, compreso quello con contratto “a progetto”); gli strumenti e le attrezzature di nuova acquisizione, i fabbricati, nella misura e per il periodo in cui sono utilizzati per il programma (nel limite delle quote di ammortamento fiscali ordinarie); la ricerca contrattuale, le competenze tecniche ed i brevetti nonché i servizi di consulenza etc.. Ciascun programma, che dovrà essere il frutto della collaborazione tra imprese ed organismi di ricerca, deve comportare una spesa complessiva minima pari ad almeno 7 milioni di euro. Il contributo concedibile non potrà superare l’importo di 10 milioni di euro per l’intero programma e di 2 milioni di euro per ciascun soggetto beneficiario.
VALUTAZIONE DEI PROGETTI – Il percorso di valutazione avverrà in due distinte fasi: “la prima verificherà l’idoneità del progetto rispetto alle finalità del bando; la seconda aprirà la strada alla valutazione selettiva dei programmi ed alla graduatoria finale per l'assegnazione delle agevolazioni”. Dovranno essere dapprima presentate al Ministero dello Sviluppo proposte di massima secondo lo schema predisposto dallo stesso Ministero ed allegato al decreto (è obbligatoria la redazione anche in lingua inglese), le proposte così presentate verranno trasmesse all’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione che dovrà stilare per ognuna un giudizio articolato, solo le proposte di massima che riceveranno un giudizio positivo sono ammesse alla fase di presentazione dei programmi definitivi, che saranno sottoposti ad ulteriore esame in base a precisi criteri di valutazione già indicati nel bando, all’esito del quale sarà stilata graduatoria definitiva.