Durante la partita Italia – Francia ai mondiali di calcio gran parte dei tunisini tifava per l’Italia. Tranne quando prendeva palla Zidane, il re del Maghreb… e allora tifavano solo per lui. E così due giorni dopo mi spintonavano nella Medina a Tunisi, apostrofandomi “Materazzi!”. Ma per il resto era forte la sensazione che l’Italia, ed in particolare il Meridione, per i tunisini rappresenti un riferimento davvero importante sul piano sociale ed economico. Vale anche il reciproco: la Tunisia infatti rappresenta una delle economie più stabili del Nord Africa ed un’occasione ghiotta per le nostre imprese impegnate in vari settori che possono beneficiare oltre che della vicinanza geografica anche delle numerose misure legislative tunisine volte a sostenere gli investimenti esteri in entrata. GLI IDE(investimenti diretti all’estero) – Sono diversi i motivi per cui gli investitori stranieri specie europei scelgono il Paese maghrebino per insediare la propria attività imprenditoriale: vicinanza con il mercato europeo, efficienti sistemi di comunicazione e trasporti, presenza di zone a regime di fiscalità di vantaggio, facile reperimento di manodopera specializzata e a basso costo, incentivi statali o regionali e piani di cooperazione per lo sviluppo di alcune aree del Paese, procedure amministrative snelle. Inoltre come dicevamo il sistema Paese Tunisia è stato posizionato al primo posto in Africa e Medio-Oriente e al 30° a livello mondiale, in tema di competitività, come si desume dal rapporto sulla competitività globale anni 2006-2007 (The Global competitiveness report 2006-2007) elaborato dal Forum Mondiale Economico di Davos. L’ICE segnala che dal maggio 2005 è consentito agli investitori stranieri l’acquisto di terreni ed edifici industriali, così come di terreni ed edifici destinati ad attività economiche di carattere turistico, senza la previa autorizzazione delle autorità di governo. Questa possibilità unita all’accordo di promozione e di protezione reciproca degli investimenti che la Tunisia ha firmato con l’Italia fa sì che sia assicurata una solida tutela agli investimenti diretti italiani in Tunisia, i quali nel corso del 2005 sono stati pari a 42 Milioni di euro circa per un totale di 60 nuovi progetti realizzati dei quali 31 rappresentati da ampliamenti di progetti d’investimento. La maggior parte delle imprese estere che investono in Tunisia, in special modo quelle del settore manifatturiero, si sono ivi stabilite per riesportare la quasi totalità della loro produzione in altri paesi, oltre la metà di queste imprese sono società a capitale interamente straniero. I principali Paesi investitori in ordine di volumi di investimento sono la Francia, l’Italia, la Spagna, la Germania, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Lo Stato tunisino sostiene soprattutto le imprese manifatturiere totalmente esportatrici (ovvero che esportano almeno l’80 % della loro produzione), attraverso incentivi come l’esonero dal pagamento di tasse sugli utili per i primi dieci anni di esercizio, riduzione degli oneri doganali per beni di investimento (macchinari) utili al progetto. I SETTORI – La Tunisia quindi si rivela un mercato dinamico ed interessante per le vicine imprese del bacino del Mediterraneo in settori come il tessile, l’agro-alimentare, l’energetico, oltre al florido settore del turismo. Per quanto riguarda il settore agro-alimentare il Governo tunisino ha stanziato circa 30 milioni di euro per finanziare la nuova strategia per la promozione del settore ed in special modo dell’olio d'oliva, del vino, dei frutti di mare, delle sardine, dei datteri, delle conserve di pomodoro, del latte e suoi derivati. L’obiettivo è quello di proteggere e aumentare la produzione, anche attraverso la certificazione sanitaria e di qualità per le aziende ittiche, l’innalzamento della qualità per latte e derivati, etc.. Inoltre un settore in forte espansione è quello energetico, specie in ambito di produzione di energie alternative: l'energia eolica e l'energia solare rappresentano una alternativa per il paese che non può sostenere i costi per i consumi di energia ricavata da fonti tradizionali. Infatti proprio per la produzione di energia alternativa sono state avviate le procedure per la realizzazione di tre centrali eoliche nel Nord del Paese, anche se per il momento il settore eolico non sarà aperto alla iniziativa privata, se non per i servizi di ingegneria e formazione connessi. Nel corso del 2006 si è registrata, per il settore energetico, una fortissima crescita degli investimenti diretti esteri, che hanno toccato i 2 miliardi di Euro, contro i 315 milioni registrati l'anno scorso. Secondo i dati resi noti dall’Agenzia per la promozione dell’investimento estero – FIPA Tunisia, il processo di privatizzazione ha interessato alla fine del 2005 ben 194 imprese pubbliche e l’investimento estero ha contribuito per circa il 74,2%. IL PARTNERARIATO EURO-MEDITERRANEO – Inoltre non deve essere trascurato il ruolo che avrà per gli scambi internazionali il bacino del Mediterraneo – e i Paesi che vi si affacciano – quando, se verrà rispettata la data del 2010, esso diverrà un’area di libero scambio che conterà 800 milioni di consumatori. La sesta conferenza Euromediterranea dei Ministri dell’industria tenutasi a Rodi in Grecia il 21 e 22 settembre scorsi ha dato atto dei progressi compiuti dai Paesi membri nella direzione indicata e finalizzata alla realizzazione dell’aerea di libero scambio, anche attraverso i progetti MEDA II, sottolineando il ruolo strategico della Banca Europea per gli investimenti che ha promosso gli investimenti e dato corso a finanziamenti per progetti nell’area, ma nel contempo ha invitato, specie i Paesi del Mediterraneo, ad accelerare l’allineamento delle proprie procedure agli standard europei specie nel settore del commercio dei beni industriali, nonché ad assicurare alti livelli nella protezione dei diritti di proprietà intellettuale (marchi, brevetti, modelli etc), e nell’accrescere il livello tecnologico delle imprese; a quest’ultimo proposito è guardato con favore l’avvio del programma Euro-Med in materia di innovazione e tecnologia.
Tunisia, l’economia più stabile del Nord Africa
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