Los Angeles, 17 October 2008
Il terzo e ultimo dibattito che mercoledi ha visto i due candidati Barack Obama e John McCain confrontarsi sulle politiche dei prossimi quattro anni alla casa Bianca, non ha consegnato al mondo uno scenario tanto diverso da quello che nei giorni precedenti aveva caratterizzato la campagna elettorale per le presidenziali del 2008.
Semmai emerge in modo ancora più chiaro come l’ambizione americana di governare il mondo debba far spazio ai problemi quotidiani della gente comune, alle ansie di “Joe the plumber” , un idraulico dell’Ohio che è intervenuto ad una convention per manifestare a Obama il timore che la proposta democratica di aumentare il prelievo fiscale nei confronti della classe media (sopra i 250.000$ annui) potrebbe pregiudicare i suoi programmi di espansione economica (in particolare l’acquisto della società per cui lavora). E ora dalle scelte di voto di Joe, icona degli elettori incerti della middle class bianca americana, sembra dipendano i destini del mondo…
L’America insomma è ormai a un vero e proprio passaggio generazionale…
Ed infatti in ogni dibattito presidenziale piuttosto che negli approfondimenti televisivi e della stampa, centrali sono sempre la crisi finanziaria piuttosto che l’assistenza sanitaria, il sistema pensionistico, la stabilità del posto di lavoro, la moratoria nei foreclosures (l’esecuzione forzata ai proprietari di case acquistate con mutui classificati come sub prime, senza garanzia):
sembra che l’America, devastata dalla crisi finanziaria, sia pronta a sposare l’assistenzialismo pubblico, un sostegno dallo stato che garantisca forzosamente la continuità dei posti di lavoro, che dia assistenza sanitaria gratuita, che intervenga direttamente nell’economia e nella finanza ovvero che compri dalle banche a valori di mercato i crediti fasulli dei titoli “salsiccia” (nelle securitization i crediti derivanti dai mutui non garantiti vengono sostanzialmente inglobati per masse in securities, titoli che vengono poi rinegoziati sul mercato, in sostanza creando finanza artificiosa). Del resto le famiglie della middle class americana negli ultimi 20 anni hanno fondato il loro stile di vita sulle rendite da Wall Street, sul credito facile e sui consumi, e in questi giorni sono sull’orlo di una crisi di nervi; per ritrovare fiducia e serenità chiedono la copertura dell’ombrello dello Stato, vedendo in Obama un presidente che presumibilmente potrà garantire maggiore protezione sociale e regulations. E per questo sono disposti anche a dimenticarne il colore della pelle.
infatti la stella Obama vola nei sondaggi con margini di vantaggio su McCain stratosferici, nonostante a detta degli analisti più accreditati le radici afro-americane del candidato democratico costino un gap pari al 6% dei voti.
Eppure sta tutto nelle parole di McCain il sogno americano, e il suo declino dopo un secolo di dominio globale degli Stati Uniti sembra rappresentarsi nel lento e goffo incedere del vecchio reduce del Vietnam. E’ solo un ricordo lontano la “reaganomics” proposta negli anni ’80 da Milton Friedman che proponeva un drastico e indistinto taglio delle tasse da reinvestire nella crescita, nello sviluppo, nei garage dove si sviluppa Windows e Google. Non sono più tempi questi in cui si possono proporre deregulations o soluzioni smaccatamente mercatiste, e McCain timidamente infatti propone misure ambigue e contraddittorie.
Nel frattempo, è notizia recentissima, l’ultimo asso nella manica di McCain, la star “Joe l’idraulico” al secolo Joe Wurzelbacher , si sbriciola in poche ore… Joe sembra non abbia alcuna licenza di idraulico, si dice guadagni 40.000 $ annui, che la società per cui lavora ne guadagni circa 150.000 e pertanto in alcun modo la sua tassazione verrebbe modificata dal piano di Obama che riguarda i redditi eccedenti i 250.000$ (prevedendo semmai sgravi fiscali per quelli inferiori). Anche perché Joe sarebbe un evasore fiscale….